di Mara Turani
In un recente articolo la stampa locale (MV) ci ha informati sul rinnovo del cda del nostro caro Teatro Verdi; ho riflettuto sul nuovo che avanza… sulle dinamiche delle nomine e qualche piccola considerazione riassuntiva mi scappa di farla… Il Teatro, come in un racconto pirandelliano, cerca personaggi che abbiano il dono del finanziamento perché, si sa, per far Cultura servono i soldi. Ed ecco scatenarsi il valzer delle domande shakespeariane ovvero chi essere o chi non essere, associazione o fondazione, Art bonus si o Art bonus no, privato o pubblico… il cda intanto rimane invariato cosicchè si possa continuare “come da tradizione” senza grossi scossoni. Lo statuto per il momento non si tocca e Pordenone rimane in stand-by perché del doman non v’è certezza, lo si sa, benedetta Legge di… Stabilità! La politica innanzi tutto, come Dio comanda e chi vuol essere, lieto sia. Le quote rosa sono “a tempo” in attesa di avere il tempo di arrivare a scelte condivise, ma sempre in ritardo sul maschio-pigliatutto, puntuale e preciso. Ma il colpo di scena, o miei signori? Il Teatro lo reclama! Ma gli “artisti” avran la meglio sul destin del Tempio? Intanto… l’apertura è già qualcosa… e l’Arte, l’Arte avrà parola alcuna? Chiedo a Goldoni la risposta che, nel mondo della luna (ahimè non stelle!) forse sarà:
O Luna lucente,
Di Febo sorella,
Che candida e bella
Risplendi lassù,
Deh, fa che i nostri occhi
S’accostino ai tuoi,
E scopriti a noi
Che cosa sei tu.