Di Pasquale Andriani
L’assessore Loperfido gioca con la sicurezza. Dice, ormai da tempo, che verranno installate in città le telecamere in grado di leggere in tempo reale le targhe delle auto in circolazione, ma al momento non mi risulta siano state installate.
Oggi più che mai, anche alla luce degli episodi accaduti in serie tra Porcia, Zoppola e Azzano Decimo, Pordenone non può avere ancora carenze importanti sul tema della sicurezza in città.
Capisco che la campagna elettorale per la coalizione del sindaco Alessandro Ciriani è cominciata prima del previsto ma ritengo sia penoso, da parte di Loperfido, cercare di racimolare qualche consenso in più facendo leva proprio sulla sicurezza: un tema che tocca la sensibilità (e anche la pancia) delle persone.
L’assessore, che è anche referente provinciale di Fratelli d’Italia, non dorma sugli allori e si attivi concretamente al fine di installare le telecamere di lettura delle targhe della macchine lungo le principali vie di comunicazione viaria della città.
Le prime promesse le abbiamo sentite fare più di un anno fa, ebbene adesso siamo alle porte della primavera e Pordenone non ha ancora visto uno, dico uno, “occhio vigile” installato.
La sicurezza, quella non delle parole ma dei fatti, è una questione per la quale non bisogna aspettare nuovi stimoli. Perché i nuovi stimoli sono crimini ormai commessi.
La vicenda che qualche giorno fa a Torre ha visto dei banditi arrivare pure a legare ad una sedia un’anziana, ci dimostra che i criminali sono imprevedibili e anche se le forze dell’ordine, compresi i vigili, hanno dimostrato di svolgere un’attività di controllo certosina del territorio, dobbiamo essere consapevoli che anche la Amminstrazione Comunale deve fare la sua parte. È necessario il supporto della tecnologia che a Pordenone, a quanto pare, rischia di rimanere scritta nel libro delle promesse di Loperfido.
Se ci sono dei ritardi, l’assessore lo dica, lo faccia sapere ai cittadini. Non faccia il vago o si nasconda dietro una foglia di fico, magari dando la causa alla burocrazia. Oppure abbia il coraggio di rimettere la delega alla Sicurezza nelle mani del suo sindaco.
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