QUALE FUTURO PER IL TEATRO VERDI DI PORDENONE?

  • Articolo pubblicato:13 Dicembre 2015

Recentemente la Stampa locale ha evidenziato la volontà del C.d.a. del Teatro Verdi di Pordenone di costruire un proprio solido programma di “investimento” culturale per il futuro, che gli dia l’opportunità di mettersi in gioco in un contesto regionale e nazionale sempre più culturalmente competitivo. E’ stata infatti recentemente commissionata dal Teatro Verdi una ricerca sul territorio con interviste a 25 rappresentanti dei soggetti portatori di interessi diffusi più rappresentativi nel panorama culturale e imprenditoriale pordenonese, per ottenere risposte in merito alla domanda che tutti si stanno ponendo: quale futuro potrà avere il Teatro Verdi?
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Ebbene, noi del “Meetup Pordenone 5 Stelle” abbiamo già reso noto, durante la riunione pubblica del 10.11.2015, che il futuro del Teatro cittadino debba svilupparsi lungo due attività parallele e parimenti importanti: certamente quella della promozione culturale, rappresentata dall’organizzazione della Stagione Sinfonica, della Prosa, della rassegna per i bambini e degli eventi speciali; ma anche quella, del tutto nuova, della produzione culturale, ovvero la creazione di un Teatro Stabile Comunale.

Crediamo che questa sia l’idea vincente affinché quell’ auspicato “investimento” culturale a lungo termine abbia ottimi risultati, perché è connaturato all’idea stessa del “fare cultura”. Come ha detto lo stesso Presidente del C.d.a. Giovanni Lessio, che ha definito il Verdi quale “incubatore di giovani talenti”, noi pensiamo che esso li debba accogliere nei propri spazi, li debba far crescere artisticamente e li debba accompagnare alla ribalta nazionale e internazionale. Siamo perfettamente consapevoli che questa scelta non sarà facile da mettere in pratica: presuppone capacità finanziarie, organizzative, logistiche e relazionali nuove, ma allo stesso tempo sappiamo perfettamente che, prima ancora di tutto ciò, quello che occorre per fare bene tutto il resto è la buona volontà.

Non c’è altra via, non si può infatti continuare a pensare che il finanziamento del Verdi avvenga solo attraverso la vendita dei biglietti, i contributi della Provincia e della Regione, le erogazioni liberali dei donors e le sponsorizzazioni varie. Adesso occorre trovare il coraggio di rischiare davvero. Bisogna che la dirigenza dimostri di avere piena fiducia nelle potenzialità dei propri cittadini, aprendo il nostro Teatro ai talenti e alle competenze artistiche locali, che sono tante e in grado di inserirsi con successo in una dinamica di competitività positiva e partecipata con gli altri centri di produzione teatrale. Pordenone potrà così anche specificarsi culturalmente, come già Trieste, Gorizia e Udine hanno fatto con i propri Teatri.

Le reazioni fredde o addirittura contrariate da parte della politica istituzionale, come si legge dai giornali (in particolare dal sindaco e di parte del C.d.A. dello stesso teatro) che di fatto hanno bocciato l’iniziativa di Lessio nel commissionare una ricerca ad hoc sul tema della cultura, non sono altro che la stanca rappresentazione di un pensiero ricorrente. Evidentemente chi detiene il potere ha interesse a mantenere lo status quo possibilmente arginando le spinte verso il cambiamento ed il rinnovamento.

Noi siamo entusiasti e siamo certi che la nuova Amministrazione saprà accogliere questa sfida e vincerla, non solo perché ha già una struttura pronta e finalmente funzionale, ma soprattutto perché tra le vie della nostra Città ci sono persone meritevoli e capaci di contribuire al progresso civile e democratico di Pordenone, e lo vogliono fare direttamente anche attraverso il suo Teatro.