Nel corso delle ultime riunioni gli attivisti del Meetup Pordenone5Stelle hanno affrontato il tema della musica in città, emerso già a Novembre, in seguito al fioccare di numerose sanzioni ai gestori di locali del centro, e lo riaffrontano oggi “con maggiore consapevolezza e dati alla mano – affermano – certi che noi andiamo sui contenuti, non facciamo solo slogan come sta avvenendo da parte di chi governa la città, e quando si va sui contenuti ci vuole tempo”.
«Con l’avvicinarsi della stagione estiva torna auge lo scontro fra chi desidera riportare la musica, e più in generale l’intrattenimento dal vivo nel centro di Pordenone e chi invece tutela prima di tutto il proprio diritto al riposo. Ma è davvero necessario abbracciare uno dei due schieramenti o è possibile trovare un punto d’incontro tra le compagini?» si chiede il Meetup pordenonese.
Per rispondere al quesito, i 5Stelle si sono rivolti allo sportello comunale e all’Arpa, constatando la complessità dell’attuale legislazione in materia e le contraddizioni del regolamento comunale. “A oggi il Comune di Pordenone – spiega Valentina Ricciuti – non si è ancora dotato del Piano comunale di classificazione acustica (PCCA) e ogni decisione è assunta dunque in base al decreto del 1 marzo 1991, che suddivide il territorio in sole due categorie, assegnando alla zona centrale un limite 65 dB nelle ore diurne e 55 dB nelle ore notturne, in aperto contrasto con il regolamento comunale che pone un limite di 70 decibel all’interno e 40 decibel all’esterno del locale senza distinzione fra ore diurne o notturne per i pubblici esercizi con residenze delle vicinanza, nonché l’obbligo di cessare la musica entro le 23.30.
Va segnalato che nel 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le linee guida del rumore notturno per l’Europa, sottolineando come l’inquinamento acustico sia di fatto nocivo alla salute e alla qualità della vita dei cittadini».
“Seppur nel pieno rispetto del diritto al riposo dei cittadini pordenonesi è doveroso ora chiedersi come organizzare eventi nel centro città e cosa si possa fare – prosegue Samuele Stefanoni – . Abbiamo dunque condotto una piccola indagine nei panni di un gestore che desidera organizzare un intrattenimento musicale all’interno del suo locale provando a misurare i decibel nei locali del centro, constatando che il limite veniva superato anche in assenza di musica dal vivo.
Una soluzione per dare spazio ad eventi musicali al chiuso è anche provvedere ad interventi di insonorizzazione nei locali e che consentano ai gestori di stare al riparo da sanzioni senza limiti di orario e altresì tutelare il riposo dei vicini di casa.
Il sindaco inoltre può fare immediatamente qualcosa, per lo meno durante i mesi estivi: una concessione più generosa di deroghe per il superamento dei limiti sonori, soprattutto durante le ore TARDO POMERIDIANE, ma in modo che le esibizioni musicali terminino prima degli usuali orari di riposo, magari alternando le deroghe.
Infatti, ciò che viene consigliato al gestore che vuole organizzare una rassegna musicale nel suo locale, è di presentare una richiesta in Comune per richiedere una deroga direttamente al Sindaco che imporrà relative prescrizioni e orari»
Pertanto riteniamo nulli se non dannosi gli effetti dell’iniziativa proposta dal consigliere di maggioranza Salvador (e che l’amministrazione sembra voglia approvare) che per rivitalizzare il centro ha proposto di prorogare all’una di notte il limite entro il quale devono cessare le emissioni sonore musicali, in quanto da quanto emerge non è certo l’orario il problema maggiore per sostenere e proporre musica dal vivo”
«Riguardo le emissioni sonore e il non arrecare disturbo – spiega Paolo Turchet – è necessario inoltre redare una vera e propria mappatura dei cosiddetti “non luoghi” della città, ovvero piazze, slarghi, corti e in generale superfici attualmente inutilizzate ma che, potenzialmente, potrebbero trasformarsi in luoghi di aggregazione, capaci di ospitare iniziative culturali, mercatini, piccole manifestazioni, provando a suggerire soluzioni alternative per il loro riutilizzo, in modo disfarli rivivere anche per rispondere alle esigenze dei commercianti, delle associazioni e, perché no, anche dei singoli cittadini che sentono di poter dare qualcosa al proprio territorio»
“Un appello infine va ai gestori dei locali: secondo David Byrne – conclude Valentina Ricciuti – ogni performance trova forma all’interno di uno specifico ambiente e per questo dovremmo prestare maggiore attenzione a percepire e scegliere la musica più adatta ad inserirsi in uno specifico contesto.”