#M5SPN – LA SALA SLOT A ROVEREDO NON DEVE APRIRE, IL COMUNE INTERVENGA

  • Articolo pubblicato:10 Gennaio 2015

LA SALA SLOT A ROVEREDO NON DEVE APRIRE, IL COMUNE INTERVENGA

“La sala slot a Roveredo in Piano non deve aprire. Nonostante la protesta contro l’apertura del locale Royal Prestige, molti attivisti ci segnalano che il rischio di avere l’ennesima sala gioco sul territorio è concreto. Non è vero che il Comune ha le mani legate. Può intervenire, lo faccia subito”. Il Meetup di Pordenone 5 Stelle, espressione locale degli attivisti pentastellati del territorio Pordenonese, si solleva contro la sala slot Royal Prestige che rischia di aprire a Roveredo in Piano, in via Bretella, proprio nel complesso commerciale alle porte del paese.

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Sin dai primi di dicembre, la polizia ha imposto agli operai di coprire l’insegna con un telo nero, per mancanza del permesso comunale sulla pubblicità, ma le scritte sono ancora evidenti dalla strada. Un nutrito gruppo di cittadini si è subito opposto e ha fatto partire una raccolta firme per vietare l’apertura. Anche il sindaco Giacomini si è dichiarato contrario, ma ha aggiunto che non può opporsi all’apertura perché le licenze sono libere e al Comune non viene chiesto alcun parere preventivo.

E’ proprio cosi? Il Comune ha davvero le mani legate?

Sull’insegna campeggia la scritta “VLT & SLOT”, ovvero videolottery e slot machine. Un locale con apparecchiature di videolottery è definito “sala giochi” e in quanto tale deve ricevere il via libera del Comune per l’apertura. In molti casi questa norma viene aggirata comunicando l’inizio di attività libera (Cial), che a posteriori permette il cambio di destinazione d’uso dei locali tramite documento unilaterale. In questo modo qualunque locale può passare da “sala scommesse” (per cui non è richiesta l’autorizzazione del Comune) a “sala giochi”, senza passare attraverso il Comune. Ma se il Comune indicasse nella zona di ingresso del paese un “luogo sensibile”, la sala giochi potrebbe essere vietata dal sindaco.

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La legge regionale 1 del 14 febbraio 2014, all’articolo 6, competenze dei Comuni, segnala infatti che “non è consentito l’insediamento di attività che prevedano locali da destinare a sala da gioco o all’installazione di apparecchi per il gioco lecito a una distanza…entro il limite di cinquecento metri, misurati lungo la via pedonale più breve” da cosiddetti luoghi sensibili come chiese, scuole e strutture residenziali e che “i Comuni possono individuare ulteriori luoghi sensibili…tenuto conto dell’impatto degli insediamenti…sul contesto e sulla sicurezza urbana, nonché dei problemi connessi con la viabilità, l’inquinamento acustico e il disturbo della quiete pubblica”.

La sala giochi Royal Prestige non è lontana dalla zona residenziale di Roveredo e si trova in un luogo frequentato da una parte dei suoi 6 mila abitanti, visto che si trova nel complesso commerciale. Allora perché non dichiaralo “luogo sensibile”? Cosa impedisce questa semplice mossa politica? Il sindaco Giacomini si attivi subito.

Il Movimento 5 Stelle è in prima linea contro le sale gioco e anche nell’ultimo assestamento di bilancio in consiglio regionale ha proposto l’azzeramento dell’addizionale Irap regionale per i negozianti che rifiutano le slot machine. Purtroppo la maggioranza si è dimostrata sorda alle nostre richieste e anche lo scorso anno non ha accolto la proposta di estendere la legge regionale sul gioco d’azzardo agli esercizi già in piedi, non solo a quelli di nuova apertura.

La ludopatia non è una patologia di serie B”, spiega il portavoce europeo Marco Zullo che sul tema ha presentato una dichiarazione scritta da far approvare al Parlamento Europeo. “Chi è affetto da ludopatia risulta incapace di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, trascura lo studio o il lavoro e può arrivare a commettere furti e frodi e compromettere in maniera irrimediabile i rapporti personali. Un ludopatico è un malato a tutti gli effetti e come ogni malato va seguito e curato. I costi del recupero sociale dei giocatori compulsivi sono a carico dei Comuni e dei loro cittadini. I sindaci dovrebbero quindi prevenire questi fenomeni disincentivando nuove sale giochi”.

 

 

Gruppo Stampa

Meetup Pordenone 5 Stelle