Questo grafico rappresenta il valore delle tariffe nel tempo applicate dal gestore LTA ( Livenza Tagliamento Acque SpA ), così come approvate nel VERBALE DI SEDUTA n. 18 del 26 ottobre 2016_dal COMITATO CONSULTIVO DEGLI UTENTI DELLA CATOI ‘LEMENE’, in seguito alla fusione dei 2 gestori del SII ( Servizio Idrico Integrato ) precedenti, ABL (Acque Basso Livenza SpA) e CAIBT ( Consorzio Acquedotto Interregionale Basso Tagliamento SpA ), fusione perfezionata nel dicembre 2014.
Per logica l’utente si dovrebbe aspettare di pagare una tariffa corrispondente alla media delle 2 tariffe precedenti. Invece la tariffa più alta continua a salire anno dopo anno e , dopo 5 anni di rapidi aumenti della tariffa più bassa, pari a circa 8% annuo (42% di aumento in 5 anni), si giunge finalmente alla convergenza , in un’unica tariffa per tutto il bacino di LTA. Analogamente, nella futura ventilata ipotesi di fusione tra LTA, Hydrogea e Sistema Ambiente, 3 società di gestione del SII partecipate pubbliche al 100%, si parte dalla situazione tariffaria attuale 2016 ( sempre per una famiglia tipo di 3 persone che consuma 150mc/anno ), che è la seguente :
Hydrogea : bolletta 224 €/anno
Sistema Ambiente: bolletta 292 €/anno
LTA ex ABL: bolletta 285 €/anno
LTA ex CAIBT: bolletta 235 €/anno
Per analogia con l’andamento tariffario in seguito alla fusione in LTA prima descritta, s i determina subito che si giungerebbe a convergenza tariffaria penalizzando fortemente gli utenti di Hydrogea che pagherebbero tariffe con aumenti del 10% annuo circa. Come mai queste tariffe subiscono aumenti costanti e , in caso di fusione, anche rapidissimi , dovendo le tariffe convergere verso quelle più alte? Questo perverso sistema di calcolo tariffario, denominato “schema regolatorio”, proviene da un algoritmo prodotto dall’ente statale AEEGSI ( Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico ), e rispecchia la volontà del governo attuale e precedenti. La volontà dei governi suddetti viene efficacemente ricordata in questa meravigliosa pagina del sito di Hydrogea SpA :
Questa è la pagina pubblica del sito di Hydrogea Spa che spiega le premesse, le ragioni, le giustificazioni e gli obiettivi, tutti gentilmente forniti dal governo e dall’AEEGSI, che stanno alla base dei criteri tariffari applicati agli utenti, cioè i cittadini pordenonesi e non solo. Non solo, perché tali criteri sono applicati a tutti i cittadini italiani.
Ecco che le fondamenta dell’algoritmo tariffario vengono gettate dall’attuale ministro dell’Ambiente Orlando, ( paragrafo riquadrato in rosso ) durante il recente Festival dell’Acqua di ottobre 2016 tenuto all’Aquila , il quale, quasi dispiaciuto e desolato, informa così gli italiani : “E’ chiaro a tutti che gli investimenti per il settore idrico non possono essere fatti dallo Stato”
Tanto per precisare noi italiani non lo sapevamo, perché nessuno ce l’ha spiegato, non è chiaro quindi a nessun italiano che gli investimenti per il settore idrico non possono essere fatti dallo Stato .
Poi rincara la dose :
“Le risorse del ministero per investimenti strutturali sono diminuite del 72% nell’ultimo decennio e quindi gli investimenti vanno finanziati con le tariffe”
Qui parte l’embolo. Ma se proprio in questi giorni il governi Renzi ha approvato l’aumento delle risorse per la Difesa di 13 miliardi di euro , ha approvato l’acquisto di vetusti F35, ha cercato di regalare 97 milioni di euro all’organizzazione della Golf Ryder Cup, bloccati dal Movimento 5 Stelle che per fortuna è sempre vigile, Golf Ryder Cup gestita dai parenti stretti dell’accozzaglia governativa, ha tolto 50 milioni per la cura dei bambini malati di cancro di Taranto, vittime dell’inquinamento dell’ILVA, causato dal permissivismo colpevole prima di SEL ( sinistra ecologia e libertà , un nome una garanzia ) e poi dei Renzi boys, eccetera eccetera, eccetera, allora, significa, per l’ennesima volta , che prendono per i fondelli tutta la popolazione italiana !
Vergognosamente, come se non bastasse, il governo se ne infischia anche del referendum abrogativo del 2011, nel secondo quesito, che recitava “Volete voi che sia abrogato il comma 1 dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante «Norme in materia ambientale», limitatamente alla seguente parte: «dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito»?
L’esito plebiscitario del referendum in questione stabilì senza ombra di dubbio ( 95% SI ) che gli italiani RIFIUTANO una tariffa dei servizi idrici integrati che sia remunerativa dei capitali investiti.
L’acqua è un bene di prima necessità, facilmente misurabile, ottimo per inventarsi investimenti necessari alla salute pubblica, una specie di ricatto sulla salute, pertanto è ottimo per essere trasformato in bolletta, aumentandone continuamente la tariffa per compensare fantomatici, nascosti e necessari (forse) investimenti nelle grandi opere di acquedottistica, fognatura e depurazione. Il governo, con quella parte dei soldi delle nostre tasse non più spesi per investimenti pubblici su acqua rifiuti trasporto pubblico etc, gonfia di soldi la difesa, acquista armamenti, sovvenziona i tornei di golf, e organizza convegni sull’acqua nelle zone terremotate dell’Aquila, che fa tanto moda, mentre a qualche centinaio di metri gli aquilani vivono in tenda, in attesa dei container per sopravvivere al gelo. Patetica anche la frase finale del ministro, che afferma che non è solo un problema di aridità delle finanze pubbliche, ma anche perché è l’Europa che sostiene che “le tariffe devono coprire i costi del servizio”. I costi del servizio, però, non necessariamente devono includere gli investimenti in opere, possono essere intesi come costi di pura gestione, quindi l’interpretazione del ministro è una forzatura di comodo. I costi di costruzione, Bucalossi e analoghi, sono già tasse che noi cittadini paghiamo per avere gli impianti, le reti ed i servizi pubblici sotto casa. Dobbiamo pagarli 2 volte ? Nel paragrafo riquadrato in giallo, si legge come l’AEEGSI rafforzi impunemente la tesi controreferendaria del ministro, specificando che la tariffa “dovrà consentire l’effettuazione delle attività gestionali ordinarie e straordinarie, ma, soprattutto, la disponibilità finanziaria per garantire investimenti ( centinaia di milioni di euro ) necessari alla realizzazione delle opere di acquedotto, fognatura e depurazione indispensabili anche nel nostro territorio.” Ma poi , comunque, quanti e quali investimenti in grandi opere del SII sono necessari ? Chi lo decide ? E poi , queste opere, vengono decise democraticamente insieme a tutti gli stakeholders ( associazioni locali, enti, privati, aziende, interessate all’argomento ) ? A queste lecite domande ci da parziale risposta il documento citato all’inizio, cioè il Verbale di Seduta del Comitato Consultivo degli UTENTI della CATOI ‘LEMENE’ che già dalla prima pagina così elenca gli stakeholders :
Le osservazioni del suddetto Comitato Consultivo sono raccolte in un allegato, ed esprimono preoccupazione :
“L’Ing. Piazza evidenzia come si è molto preoccupati di come dimostrare l’applicazione di una tariffa unica all’intero ambito se in tale ambito vi sono servizi con diverso livello di qualità e costi di esercizio ed inoltre che far pagare una quota fissa di valore sproporzionato non ha alcun rispetto del criterio che afferisce al corrispettivo. Infatti anche chi consuma poco deve pagare una quota che non è proporzionale al consumo e quindi non corrisponde al costo del servizio reso. “
Si evidenzia quindi un duplice motivo di non rispetto di tale criterio. Per quanto attiene al secondo principio, è immediato e di banale dimostrazione di come a parità di servizio reso il costo sia quintuplicato e di conseguenza è chiaro che fino a prima della gestione del CATOI “Lemene” è stato applicato un livello di costo maggiormente economico.
Il Sig.Billotto di Legambiente evidenzia come il costo fisso, sia il costo necessario al mantenimento del servizio che serve per la gestione e mantenimento dello stesso. Il Presidente Sig. Tisiot ricorda come l’ammontare degli investimenti programmati nel primo quadriennio del Piano d’Ambito siano necessari non per la completa risoluzione delle problematiche esistenti ma per sopperire alle carenze strutturali delle reti fognarie e acquedottistiche, in particolare i maggiori costi sono concentrati in alcuni comuni che risultano già da anni in procedura di infrazione. Questi investimenti che prima erano a carico del singolo Comune ora vengono spalmati su tutti gli utenti del Consorzio. Ci troviamo quindi con utenti “discriminati” che si troveranno a pagare un costo per un servizio che non hanno, ma che deve essere fatto per tentare di non trovarsi a dover pagare la sanzione e non avere i soldi per la costruzione dell’opera.”
Il minaccioso spauracchio che induce tutti gli italiani, e soprattutto le associazioni garanti del cittadino, ad accettare di pagare investimenti di centinaia di milioni di euro si chiama PROCEDURE DI INFRAZIONE. Cioè ? E’ vero, la Commissione Europea ha aperto contro l’Italia una procedura di infrazione europea per :
“Cattiva applicazione della Direttiva 1991/271/CE relativa al trattamento delle acque reflue urbane” secondo la quale stiamo violando un diritto dell’Unione, ma non solo : ” Cattiva applicazione degli articoli 3 e 4 della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane” per le quali siamo in mora.
Pertanto sembra che bisogna stare muti e pagare le tariffe dell’acqua con aumenti vertiginosi e anche ringraziare il governo che ci fornisce acqua potabile e scarica reflui a norme. Bravi. Ma siamo alle solite, anche qui, è tutto relativo, e ci prendono sempre pesantemente in giro. La Commissione Europea ha aperto ben 75 procedure di infrazione contro l’Italia, e non è che il governo si scapicolli per risolverle, anzi, ogni anno aumentano di numero, siamo in infrazione anche per l’ILVA di Taranto, procedura aperta da chissà quanti anni con messa in mora, ma qui il governo non fa niente, eppure è dimostrato che gli abitanti di Taranto stanno morendo a causa dell’inquinamento dovuto all’ILVA.
Il fatto è che sull’acqua hanno visto un guadagno enorme, una montagna di denaro che gira, che olia gli ingranaggi, che ingrassa il sistema lobbistico, tanto pagano i “poveracci ignari” : centinaia di milioni di euro !
Ecco qual’è il veleno che inquina le tariffe dell’acqua