Nel doveroso ascolto dell’elettorato, dopo il clamore suscitato da un voto i cui connotati passeranno presto alla storia, pare farsi largo la sensazione che, non solo negli strati di popolazione più ancorati ai vecchi schemi, ma anche tra gli stessi protagonisti della tradizionale vita politica, un sottile desiderio d”ingovernabilità rappresenti l’ultima ratio per poter dire – visto?
Quello che credevate essere il nuovo è solo confusione, populismo e anarchia; noi, tutto sommato, sapevamo far funzionare le cose.
E’ questo l’atteggiamento peggiore che si possa tenere, perché mai come adesso l’Italia torna ad aver bisogno del suo popolo e della sua identità per dare un colpo di coda decisivo verso il proprio riscatto.
Non c’è in ballo solo la sorte economica e politica del Paese: ci si sta giocando la dignità che abbiamo ricevuto dai nostri padri e che vogliamo trasmettere ai nostri figli.
Un passo falso ora comprometterebbe la nostra credibilità (posto che non sia già compromessa) per molte generazioni a venire.
Il tempo è maturo perché la classe intellettuale faccia un profondo esame di coscienza e, finalmente, induca la gente al coraggio delle scelte.
Il M5S non ha bacchette magiche, ma suggerisce una via che, al momento, è l’unica via possibile per uscire dall’occhio del ciclone. La via della trasparenza, del buon senso e della legalità.
Chi la ignora, deve dimostrare di conoscerne una migliore prima di decidere di non percorrerla.
Claudio Patrizio
Attivista del Movimento 5 Stelle