A commento di questo interessante articolo del Messaggero Veneto di lunedi 11 gennaio, vorrei fare alcune precisazione per quanto riguardo lo stato dell’arte dell’e-commerce a Pordenone.
Partiamo da:
– Food e Ristorazione, esistono alcune piattaforme (glovo per esempio), su cui i commercianti si registrano e viene consegnato il food end beverage. Una quota per il servizio viene pagata dai ristoratori stessi. A Pordenone questo strumento viene poco usato, perchè i ristoratori hanno la tendenza ad organizzarsi in modo indipendente (personale o titolare che parte con la macchina e vanno consegnare). Le pizzerie hanno i loro ragazzi che consegnano.
– Nel settore no food qualcuno si appoggia al sito tnt per fare le consegne in quanto c’è la possibilità, sul sito, di prenotare il ritiro con rispettiva consegna. Questo è un sistema che adotta il commerciante stesso ma non in modo sistematico. Il potenziamento di questo metodo (prenotazione – ritiro – consegna), sicuramente il migliore, è auspicabile, ma per poterlo fare i commercianti devono avere un sito (stile zalando) dove il cliente guarda il prodotto e lo prenota.
Questo sistema, purtroppo, non ha mai realmente preso piede, perché molti commercianti pagano lo scotto di aver fatto contratti pubblicitari che promettevano “clientela facile” ma con risultati deludenti.
I commercianti di Pordenone vanno “educati” a questa tecnologia e modalità di commercio, non è assolutamente sufficiente scrivere che c’è.
La pubblicità di Amazon su questo sistema è molto esplicativa in merito, soprattutto sulla estraneità del sistema con i vecchi gestori.
Il “pordenonese” va in negozio, vuole toccare con mano e provare, sentire, vedere. Se vedo qualcosa in negozio sul sito io da Pordenone vado a prendermelo e non me lo faccio portare.
Con il cibo è diverso. Il cibo è una necessità istantanea e mi affido a chi fa bene ed è buono. Vado a colpo sicuro e me la faccio portare perché non ho voglia di farmi da mangiare. Non è una cosa che indosso o porto con me.
I commercianti, però, devono avere un sito e-commerce perché il loro scopo è far vedere quello che altri non hanno e che piace, dare la possibilità di scegliere un prodotto tra mille e spedirlo perché troppo lontano.
L e-commerce è una cosa che va sfruttata per il cliente che sta lontano, ma i nostri concittadini pordenonesi non sono predisposti per comprare e-commerce con le attività sotto casa per tutto ciò che non è food.
Qui però potrebbero entrare in gioco le associazioni di categoria, come per esempio Confcommercio, che potrebbe agevolare la creazione di una piattaforma “locale” per il delivery dei prodotti dei ristoranti e bar.
Ivan de Lorenzo
MoVimento 5 Stelle Pordenone
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