Di Luca Sut
Il riferimento è a quanto proposto dal capogruppo di Fratelli di Italia in Senato Luca Ciriani che, in tema di zone di rischio, dice la sua e si appresta, da quanto si apprende, ad intervenire per via parlamentare per introdurre la possibilità di scalare il colore delle province meno colpite, seppur contestualizzate in una regione con un quadro epidemiologico più severo.
A fare da traino all’iniziativa, la situazione del pordenonese che – ad oggi – appare meno critica delle altre zone del FVG, attualmente inserito in fascia di rischio rossa.
In buona sostanza, parliamo di territori gialli anche in regioni rosse. L’idea, lo dico chiaramente, non mi trova d’accordo. Si possono circoscrivere zone di rischio maggiore in contesti regionali a rischio minore, ma procedere in senso inverso ritengo sia sbagliato.
Nonostante il quadro della provincia di Pordenone sia migliore di quello delle altre province, fare passi falsi e affrettati è l’errore da evitare. Se i risultati ottenuti non si sono stabilizzati, non si può “cantare vittoria”: la risalita dei contagi è dietro l’angolo. Per questo dico, non abbassiamo la guardia!
Sappiamo bene quanto grande sia l’esasperazione di cittadini e lavoratori. Credetemi, ogni giorno mi confronto con le conseguenze della pandemia sulle attività produttive e ne conosco il dramma.
Stanno pagando un prezzo altissimo e per questo stiamo chiedendo al Ministro Giorgetti un’accelerazione sui sostegni alle imprese.
Discorso a parte per le scuole. I più piccoli ritengo debbano tornare in presenza, o le conseguenze saranno ancora più forti. Sono quindi d’accordo con la linea aperturista per asili e primarie.
Complessivamente, penso che la demagogia vada lasciata da parte. Tutti vorremmo allentare le restrizioni, è chiaro. Ma non è facendo leva sulla stanchezza dei cittadini che si risolve il problema. E nemmeno sottovalutando a fasi alterne la gravità della situazione, come invece abbiamo visto fare a Pordenone.