di Giuseppe Conte
Oggi in Consiglio dei Ministri il M5S ha difeso misure per la crescita e conquiste sociali portate in dote al Paese in questi anni. Non è questo il governo politico dei nostri sogni, ma siamo rimasti in trincea per difendere quanto costruito in questi anni per famiglie, lavoratori e imprese.
Oggi confermiamo tante misure del nostro Governo. Dai sostegni su scuola, università e ricerca agli investimenti per le imprese fino al taglio del cuneo fiscale a beneficio di aziende e delle buste paga dei lavoratori; circa 30 miliardi spalmati su più anni per la crescita nel campo delle ristrutturazioni, dell’edilizia, della transizione; 2 miliardi contro il caro-bollette del primo trimestre 2022 e fondi per zone colpite dal sisma del 2016.
Solo grazie alla nostra insistenza, il Superbonus 110% – misura ideata dal M5S – viene prorogato. Abbiamo abbattuto un altro muro, ottenendo una prima estensione della proroga alle abitazioni monofamiliari. Dobbiamo però allargare la platea delle famiglie e stiamo già lavorando per un ulteriore innalzamento del limite Isee che ci è stato originariamente proposto.
Vedremo se il M5S in Parlamento resterà solo sulla difesa di uno strumento, il Superbonus, che vale 12 miliardi di Pil e 150mila posti di lavoro l’anno. Cosa faranno la destra e i partiti affini? Remeranno contro Pil, crescita e posti di lavoro? Remeranno contro gli italiani che vogliono ristrutturare casa? Li aspettiamo al varco.
Sul Reddito di cittadinanza abbiamo fatto quello che avevamo detto: lo abbiamo rifinanziato e migliorato. Chi percepisce l’assegno viene incentivato ad accettare già la prima offerta di lavoro, se non lo fa il sostegno viene gradualmente decurtato. E questo è giusto perché in un momento così difficile del Paese una offerta di lavoro non si rifiuta.
Diventano rapidi e semplici gli sgravi per tutte le imprese che assumono percettori del Reddito in cerca di lavoro. Stringiamo i meccanismi di controllo e intervento contro le truffe. Lasciamo invariata la protezione economica per disabili, minori, soggetti fragili, per chi non è occupabile.
Ci spiace constatare (ma se pensiamo alle tradizionali strizzate d’occhio di alcuni partiti all’evasione non sorprende poi troppo) che non tutti tengono, come il M5S, a un vero piano anti-evasione: ripristinare il cashback, rivedendo la misura dopo la prima applicazione, sarebbe servito a continuare a orientare i consumatori verso i pagamenti digitali (la c.d. “spinta gentile”) e quindi a contrastare gli oltre 100 miliardi di evasione annui persi in Italia. Su questo il Governo avrebbe dovuto osare di più e non lasciarsi distrarre dai partiti che declamano di voler abbassare le tasse ma fanno finta di non capire che l’unico modo serio e sostenibile per ottenere questo risultato è che tutti paghino le tasse perché tutti paghino meno. Ma questa è una battaglia che il M5S porterà avanti con forza e determinazione. Ad altre forze politiche, alla destra e ai suoi nuovi compagni di viaggio – alla schiera che va da Meloni a Renzi, passando per Salvini – lasciamo l’onere di “coccolare” gli evasori fiscali a tutto danno delle nostre scuole, dei servizi, degli ospedali. Noi siamo sul fronte opposto.