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CITTA’ DI CULTURA O EL DORADO?

  • Articolo pubblicato:6 Ottobre 2016

 

Abbiamo letto in questi giorni articoli sensazionalistici sui numeri di Pordenonelegge e contiamo di leggerne altrettanti sulle Giornate del Cinema Muto, festival di nicchia riconosciuto a livello mondiale. Il M5S non può che rallegrarsene, non si ferma alle apparenze o ai comunicati stampa e come sempre vuole vederci chiaro quando si tratta di soldi pubblici.

Abbiamo già fatto quattro conti per quanto riguarda Pordenonelegge, dove sono state dichiarate almeno 30.000 persone in più rispetto alle effettive capienze degli incontri e ce ne siamo chiesti il perché, senza peraltro avere una risposta.

Ma i fatti a volte parlano più di 30.000 mila parole.
Gli articoli di questi giorni ci comunicano l’intenzione di voler ancora ingrandire il festival, aggiungendo altri incontri durante l’anno da svolgersi anche in altri comuni, in accordo alla nuova giunta, che per l’occasione propone una task force dei grandi eventi cogliendo la palla al balzo per infilarci anche la creatura del cerchio magico di Ciriani “Pordenonepensa” (salvo poi disertare l’inaugurazione delle Giornate del Muto per scattarsi selfie a una partita di calcio) strategia che invece di ottimizzare i costi, li aumenterebbe ulteriormente, senza però risolvere i limiti di queste manifestazioni: costi enormi coperti dai fondi pubblici e le difficoltà di funzione agli incontri di Pordenonelegge.

Le soluzioni in questi articoli, pur utilizzando furbescamente parole chiave usate dalla proposta del Movimento 5 Stelle, che proponeva di “spalmare” un 10-15% degli incontri durante il resto dell’anno, alleggerendo di fatto la concentrazione degli eventi durante i 5 giorni di festival e non di aumentarli, e di accorpare sotto un unico brand la proposta festivaliero-letteraria della città pur mantenendo le peculiarità delle esistenti manifestazioni (Pordenonelegge, Dedica, Pordenonepensa) non sortiranno effetti positivi a questi problemi, ma legittimeranno solamente l’aumento dei costi e quindi dei contributi pubblici concessi a queste manifestazioni.

Cosa c’é di male in tutto ciò? Che inevitabilmente, tali contributi non sono infiniti, e finanziare tali eventi vuol dire non finanziarne altri, non permettere la nascita di altre iniziative, relegando la cultura a eventi di serie A e serie B, impedendo ad altre manifestazioni di crescere e quindi di far crescere la cultura, che è in continua evoluzione, espressione del proprio territorio e della propria gente, di una società in continua mutazione.

Pordenonelegge, giunta ormai al 18° anno di età che si è ispirata palesemente al Festival del libro di Mantova (che ha solo due anni di più) potrebbe ancora una volta prenderne spunto e magari ambire a fare meglio, dove il budget di 1,5 milioni di euro sono coperti solo per il 10% da contributi pubblici (per 120mila presenze) il resto coperto da sponsor privati e ingressi a pagamento, mentre il 1,2 milioni di Pordenonelegge sono coperti quasi interamente da fondi pubblici (Regione, Comune e Camera di Commercio).

Eventi di tali portata, per crescere hanno certamente bisogno della spinta del amministrazioni pubbliche e il M5S è in prima linea per il sostegno alla cultura: crediamo sia stato fatto parecchio a Pordenone, ma una volta stabilizzate devono dimostrare, come avviene altrove, di potersi sostenere da sole. Altri festival sono costituiti in srl o spa arricchendo se stesse e i territori che li ospitano con esempi virtuosi di industria culturale. Solo facendo altrettanto la Pordenone potrà dirsi una città di cultura e non una El Dorado per centri di potere che gestiscono monopoli culturali.

Aspettiamo ora di vedere quanto ci verrà detto per Le Giornate del Cinema Muto, globalmente riconosciuto come uno dei più importanti al mondo nella sua dimensione di nicchia. Noi saremo i primi a rallegrarci per i successi e i ritorni positivi offerti dal festival ma in egual modo verificheremo che essi siano effettivamente tali.

Per adesso constatiamo che esso è anno dopo anno sempre più rinchiuso in sé stesso, senza più, nemmeno il tentativo di coinvolgere la città con iniziative collaterali per i profani di avvicinamento alla cultura, percorsi didattici, esposizioni, ma anche occasioni di svago: feste, cocktail a tema organizzati da parte di locali esercenti per profittare del potenziale offerto dal respiro internazionale che in questi giorni pervade la nostra città.

Certo, la natura del festival non può competere col glamour dei maggiori festival cinematografici mondiali, ma è proprio dalle peculiarità del festival che si può partire per fare in modo che le Giornate del Cinema Muto diventi un grande evento per tutta la città e non sempre più un simposio dorato, seppur di gran lustro, per pochi eletti.