Di Samuele Stefanoni (Capogruppo M5S in Consiglio Comunale)
L’idea di una candidatura di Pordenone a Capitale italiana della cultura non nasce oggi ma è iniziata con un confronto in Consiglio Comunale poco dopo l’insediamento, a metà 2016. Questo sorprendente dietrofront pertanto conferma alcuni dubbi sulla capacità progettuale della Giunta rispetto a una iniziativa così ambiziosa e complessa.
Ciò che scopriamo oggi, tramite le dichiarazioni del Sindaco, è che dal 2016 ad oggi veramente poco o niente è stato fatto: la bozza di progetto ci era stata presentata in Commissione Consiliare già tre anni fa, così come la volontà di chiamare gli “stati generali”. Su quest’ultimo punto peraltro sono cadute nel vuoto le nostre sollecitazioni in Consiglio Comunale. Sono infatti gli esponenti della cultura locale a dare vita al progetto stesso, a far emergere ciò che la nostra città può mostrare con orgoglio e consapevolezza.
Chi Amministra dovrebbe, ancor prima di stendere una relazione, ascoltare, fare rete e soprattutto trovare nessi tra le parole chiave che fanno di Pordenone una città ricca e vivace culturalmente. Non sono gli “edifici”, ne le opere urbanistiche, a creare cultura, naturalmente. Semmai, nello stato di perenne cantiere in cui attualmente la città vivendo, può diventare un disagio per il flusso di turisti che vengono a scoprire il valore culturale di Pordenone. L’Amman, l’ex birreria, i bagni pubblici e a breve il Carcere, sono temi ricorrenti nelle parole della Giunta, ma ad oggi sono, per l’appunto, solo parole.
Nulla è cambiato da allora e oramai siamo disillusi sul fatto che qualcosa possa essere fatto nel futuro prossimo.
Sul piano politico invece la notizia di oggi dimostra il totale disallineamento tra l’Assessore Tropeano, che pare oramai una scheggia impazzita emarginata dal resto della Giunta, al Sindaco e all’Assessore Regionale alla Cultura Gibelli. Come sottende l’articolo postato qui sotto, uno strappo avrebbe (giustamente) potuto costare una poltrona in giunta.
Nel frattempo abbiamo accumulato una brutta figura ancora prima di entrare nella competizione.
da “Messagero Veneto”